Ebbene sì, l’ho visto anche io. Per curiosità. Recensione su “Unica docufilm su Ilary Blasy”, l’ultima chiacchieratissima produzione Netflix.
Non amo molto guardare docufilm, a meno che non parlino di qualcuno che trovo particolarmente interessante, senza nulla togliere a Ilary Blasy e al suo “Unica”. Diciamo che trovo più interessanti docufilm come The last dance su Michael Jordan o Senna, sul grande pilota di formula Uno.
Diciamo che spesso finiamo per guardare film, serie tv, o docufilm perché vengono talmente pubblicizzati da diventare veri tormentoni. Oltre ad avere Netflix seguo anche il profilo su Instagram per cui, è giocoforza, veder pubblicati ogni giorno contenuti che promuovo le nuove uscite.
Unica, docufilm su Ilary Blasy
Sono stata travolta dalla curiosità, lo confesso e, mentre preparavo la cena ho iniziato a guardarlo. Dura un’ora e venti, tempo in cui Ilary racconta la sua verità, perché, lo sappiamo tutti, ognuno ha la sua di verità. Guarda le cose dal suo punto di vista, racconta una storia partendo da un punto e non è detto che quello sia l’inizio.
Con questo non voglio dire che le cose non siano andate come le ha descritte e raccontate lei nel docufilm. Personalmente sono convinta che le responsabilità di qualcosa, sia che vada bene, sia che vada male, sono sempre di tutti i “giocatori” ovvero delle persone, che siano una coppia di sposi, di fidanzati, di amici o un gruppo di persone.
Difficile dare un giudizio su una storia che non si conosce e di cui sappiamo solamente per quanto ci è stato raccontato. Fià è complicato quando si è coinvolti, figuriamoci quando le notizie che abbiamo sono di seconda, terza e a volte persino di quarta mano.
La verità di Ilary
Prima di tutto vorrei precisare che il docufilm secondo me è piuttosto ben fatto e cerca di mantenere un certo distacco dalle vicende lasciando che a narrare sia Ilary in prima persona e che gli spettatori traggano le proprie conclusioni. Non viene aggiunto niente, quindi ci affidiamo alla ricostruzione di lei e alle sue parole. Scopriamò così che il marito l’ha tradita, che l’ha scoperto dopo mille bugie e che pare tutto sia iniziato per colpa di un caffè.
La storia può convincere e chi guarda può sentirsi in sintonia con Ilary, capire il suo punto di vista, provare una certa empatia e quindi prendere le sue parti. Certo non si capisce bene la storia del caffè iniziale. Personalmente, anche se fossi incuriosita da un instagrammer, o influencer, non andrei a casa sua a bere un caffè dopo averlo sentito una volta (o anche più) semplicemente via chat.
Nonostante tutto lo ritengo un po’ eccessivo. Anche il ruolo dell’amica nella faccenda mi è sembrato un po’… direi tirato per i capelli. Potrebbe anche essere andata davvero così, ma è poco credibile, purtroppo. Detto questo non voglio entrare nel merito del “è vero oppure no”, di polemiche ne vengono fatte a sufficienza. ognuno, guardando il docufilm deciderà se credere o meno alla sua storia, come è giusto che sia.
Sotto ai post Netflix trovi i commenti più svariati: chi la appoggia totalmente, chi la denigra, chi si lamenta con Netflix per la scelta delle loro produzioni, chi addirittura, infastidito da questo tipo di contenuti, minaccia di interrompere l’abbonamento. La verità è che chiunque in questo caso ha la possibilità di credere a lei, oppure alla versione di Totti. Chiunque potrà farsi la sua idea e seguire le proprie convinzioni, come succede in tutti i fatti della vita. E queste conclusioni e convinzioni potranno corrispondere alla verità oppure no.
Netflix, il ruolo
È una piattaforma di streaming a pagamento, quindi sono sempre alla ricerca di serie tv, di docufilm, di contenuti che attirino l’interesse el pubblico. E hai voglia a dire che non te ne frega niente, alla fine, anche solo per criticare, certi contenuti li guardi.
E se non lo fai, forse nemmeno importa, perché parlarne, sia nel bene che nel male, è comunque una forma di pubblicità. Non ricordo chi ha proprio detto: “non importa che se ne parli bene o male, l’importante è che se ne parli”.
In questo netflix ha fatto davvero centro, sia con questo docufilm che con la serie su Ferragnez e, se seguiamo le indicazioni di guru dei social, che insistono che si debba raccontare i fatti proprio per rendere il profilo unico, ecco che questi personaggi sono stati in grado di applicare al 1000% il suggerimento.
Bersaglio centrato.
I fatti propri
Ci sono persone che non si pongono problemi, che non hanno pudore e raccontano qualsiasi cosa accada nelle loro vite, condividendo con i loro follwer praticamente tutto. Altri, invece, non lo ritengono necessario, non vogliono o non amao farlo, anche a costo di non seguire i guri che invitano a fare il contrario.
Ma un follower a cosa è interessato? Alcuni sono davvero morbosi e vogliono conoscere anche il più piccolo dettaglio, altri sono solo curiosi e poi utilizzano quelle stesse informazioni per denigrare, criticare, fare a pezzi. Esporsi alla berlina? C’è chi lo fa.
Ilary l’ha fatto e secondo alcuni, senza tenere minimamente conto dei figli che, se non oggi, forse un domani, vedranno il suo Unica.
Le acque di Mosè
Il pubblico, o meglio le persone, si sono divise, come fossero le acque di Mosè: da un lato chi ha apprezzato, dall’altro chi l’ha criticata aspramente. A sollevare i rumors donne, ma anche uomini, che hanno ribadito quanto questo docufilm possa nuocere ai figli. Sostanzialmente Ilary ha raccontato, non solo la storia dal suo punto di vista, ma fatto apparire il padre dei suoi figli nel peggiore dei modi.
Qualcuno ha sostenuto che avrebbe fatto meglio a evitare di dirla la sua verità.
Unica, docufilm su Ilary Blasy, recensione
Come ho detto, la verità non sono io a poterla stabilire. Posso solo sentire le “due campane”, magari farmi un’idera mettendo insieme ciò che raccontano i due diretti interessati e le persone attorno a loro. Un divorzio è sempre una brutta cosa, sopratutto se ci sono di mezzo dei bambini, soprattutto se non avviene in un clima sereno. Dopo aver visto il docufilm potresti pensare che ha ragione Ilary, ma è sufficiente leggere i giornali, di qualunque genere, per leggere pareri e testimonianze di mezzo mondo sulla vicenda: dagli amici ai conscenti, dai giornalisti a chiunque in qualche modo abbia incontrato l’uno o altra.
Certo che essere sotto i riflettori non permette di lavare i panni sporchi i casa propria nemmeno volendo perché tutti sono più che disposti a farsi gli affari tuoi.
Una cosa però devo dirla, in tutto questo non ho apprezzato che Totti sia sempre chiamato “campione” e Ilary “ex letterina” cono tono sprezzante. Sarà che non sono una patita di calcio e non stravedo per i calciatori, seppur miti del pallone. Al di là del lavoro che si fa si è tutti persone e in quanto tali ci vuole rispetto.
Se ex letterina è utilizzato con disprezzo non dimentichiamoci che lui è sempre stato etichettato come “Er pupone” e non era proprio un complimento.
In conclusione
Guardare Unica? Se hai Netflix perché no? Intanto qui puoi vedere il trailer. È una produzione che qualcuno ha pensato potesse essere interessante. Di sicuro ha creato interesse e dibattito. Se ne è parlato e altrettanto sicuramente molte persone l’avranno guardato anche solo per curiosità. Quindi, forse, potremmo dire obiettivo raggiunto, per Netflix.
Per Ilary non saprei, non mi esprimo. È qualcosa che vedrà lei, che valuterà con il tempo.
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